Divagazioni
rodariane sulla matematica
(Testo di Gianni
A. Sarcone e Marie-Jo Waeber)
La
matematica è per i pigri. “I pigri? La matematica?
Ma cosa dici?”. Sì, sì, ripeto... Grazie
alle tabelline apprese a scuola sappiamo che due dozzine
d’uova fanno 24, ne siamo tanto sicuri che non ci prendiamo
la briga di contarle. Immagina quanto sudore, scarpe usate
e tempo perso per misurare il perimetro della terra (o la
distanza terra luna...) solo con un metro da sarta. Invece,
Eratostene, 2300 anni fa, con due ridicoli bastoncini e una
formula matematica, in quattro e quattro otto, notò con
il suo lapis la risposta. E tiriamo in ballo pure gli insetti...
Se le api ergono celle di cera perfettamente esagonali è,
anche in questo caso, per pura pigrizia: così facendo
utilizzano il minor materiale possibile - e quindi meno tempo
- per modellarle in modo che si abbinano senza perdita di
spazio (anzi, permettendo un volume maggiore di miele!).
Se questa, poi, non è pigrizia! Ve lo dico io, essere
pigri e sognatori è una grande qualità, e ciò che
fa avanzare il mondo. “E cosa c’entra il poeta
Gianni Rodari?”. Rodari è un matematico della
parola... Uno di quelli che conosce i congegni che muovono
l’immaginazione, uno che ama le cose semplici come
il gioco. E vedi, il gioco è per i pigri... Ci fa
inventare, sperimentare con la fantasia tante situazioni
della vita senza aver bisogno di viverle tutte! Rodari è il
re dei pigri, e quindi un matematico.
Matematica,
gioco, parole, fantasia, immaginazione sono perline della
stessa collana, intercambiabili: il gioco può prendere
il posto della matematica, la matematica quello delle parole,
e così via... Solo i pigri possono portare questa
collana; per gli altri, quelli che non hanno tempo da perdere,
la collana stringe al collo, è troppo stretta, non
c’è spazio per la fantasia, per giocare, per
matematicare o parolare. Non c’è spazio per
sbagliare... Facciamolo spiegare dal grande Rodari: “Le
fiabe servono alla matematica come la matematica serve
alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all'utopia,
all'impegno politico: insomma all'uomo intero, e non solo
al fantasticatore. Servono proprio perché, in apparenza,
non servono a niente...”.
“Su,
dai, non esageriamo... giocare con la matematica!”.
E i rompicapi, e i giochi d’ingegno cosa sono? Non
sono giochi e metafore della matematica? Non sono strumenti
del pensiero, della fantasia; che offrono riflessioni,
idee, occasioni per superare se stessi? Eh sì, i
giochi d’ingegno dimostrano che intuizione, creatività e
manualità hanno il loro posto in questa disciplina
tanto bistrattata. Non fatemelo ripetere... La matematica è un
passatempo per pigri: si può stare seduti a meditare
in una vasca da bagno su altri mondi possibili in attesa
del lampo di genio (di un uovo di Colombo?), di un indizio
che altri si sono lasciati sfuggire. E quando questo avviene
si usa gridare: “eureka! eureka!”.
E
poi, la matematica non è fatta solo di numeri, ma
anche di parole. C’è una simmetria negli ingegni
(leggi ‘ingegni’ al contrario...), e anche
nell’anilina. L’acetone se letto al contrario,
diventa un’enoteca, miracolo della chimica e della
simmetria! Una maschera si trasmuta in marchesa se permutiamo
solo due lettere... C’è una certa logica nell’affermare
che una lettera contiene sette volte se stessa! Matematica,
gioco, parole... Un circolo vizioso? No, un circolo sfizioso!
Un
bastoncino, una vecchia molla, un pezzo di carta, un lapis
rosicchiato, basta e avanza per creare un gioco matematico,
di parole, un gioco tout court... Gianni Rodari
insegna.
Arriviamo
alla fine. Devo dire qualcosa di importante: la pigrizia, è la
madre dell’invenzione, il vero valore della vita...
Ragazzi, ci credete?
Gianni
Sarcone,
Marie-Jo Waeber,
autori di ‘MateMagica’.
Testo scritto per:
"La Settimana dei Bambini del Mediterraneo"
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